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Sistemi di Accumulo in Italia: i nuovi trend nel rapporto di ANIE Rinnovabili

Autore: redazione Progetto Energia Efficiente

Sistemi di accumuloIndividuare una strategia per l’indipendenza energetica italiana che sia compatibile con l’ambiente, basata sullo sviluppo delle fonti rinnovabili elettriche e sull’efficienza energetica. Questo lo scopo del progetto “Efficienza Ambientale” ideato da ANIE Rinnovabili, l’unica associazione che rappresenta in Confindustria gli interessi delle imprese italiane operanti nel settore delle fonti rinnovabili elettriche.

Le finalità del progetto sono quelle di efficientare i consumi energetici e incrementare la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e da future fonti a km zero, per ridurre le emissioni di CO2 e gli approvvigionamenti energetici dall’estero. Attraverso l‘intera filiera delle fonti rinnovabili (costruttori tecnologie, distributori, costruttori di impianto, gestori di impianto, produttori di elettricità, fornitori di servizi) si può promuovere la diffusione della generazione distribuita, dell’integrazione delle tecnologie elettriche e termiche, dell’integrazione delle FER nel mercato elettrico, dell’ottimizzazione dell’impiego delle risorse rinnovabili disponibili.

I sistemi di accumulo

Secondi i dati raccolti da ANIE Rinnovabili, pubblicati sul primo numero dell’OSSERVATORIO SdA, in Italia sono installati circa 18.000 sistemi di accumulo, per una potenza di 80 MW ed una capacità di 167 MWh. Trattasi di sistemi di accumulo quasi tutti distribuiti, abbinati a impianti FV. La strada è ancora molta lunga, però: il PNIEC prevede l’installazione di sistemi di accumulo distribuiti per 15.000 MWh al 2030.

Tra gli altri dati più interessanti raccolti da ANIE Rinnovabili, che dal 2016 si sta adoperando molto per la diffusione dei sistemi di accumulo nel mercato italiano, emerge che:

  • la tecnologia prevalente in Italia è quella al litio, che copre il 93% del numero di installazioni;
  • il 99% delle installazioni riguardano impianti fotovoltaici di piccola taglia;
  • circa il 72% del numero di installazioni ha visto collegato il SdA lato produzione, di cui il 60% in corrente continua, e il restante lato post produzione;
  • la regione con il maggior numero di installazioni è la Lombardia, con circa 6.400 SdA, grazie anche ai bandi regionali per i quali la regione ha stanziato nel periodo-2016-2020 circa 13 milioni di euro;
  • nel 2019 anche la regione Veneto ha effettuato il primo bando per l’erogazione di un contributo a fondo perduto per la fornitura e l’installazione di un sistema di accumulo abbinato a un impianto fotovoltaico residenziale, stanziando 2 milioni di euro;
  • considerando la totalità degli impianti fotovoltaici residenziali, la Lombardia è la regione con il più alto tasso di penetrazione dei sistemi di accumulo, pari al 6%.

Le misure che attualmente supportano il sistema di accumulo residenziale sono:

  • i bandi regionali;
  • la detrazione fiscale del 50% del valore dell’investimento recuperabile in 10 anni;
  • il beneficio dell’autoconsumo che comporta un risparmio sulla bolletta elettrica;
  • il progetto pilota UVAM, con il quale Terna remunera gli impianti che, aggregandosi, offrono servizi di rete necessari a Terna per dispacciare l’energia dei SdA mantenendo il funzionamento della rete in sicurezza e in continuità di esercizio.

Di contro, tra le misure che supportano il sistema di accumulo non residenziale vi sono solo il beneficio dell’autoconsumo e la partecipazione al progetto pilota UVAM e UPI di Terna.

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sistemi di accumulo
La tecnologia dei sistemi di accumulo elettrochimico prenderà sempre più piede, perché il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) prevede, per traguardare gli obiettivi FER al 2030, l’installazione cospicua di fonti rinnovabili intermittenti, vale a dire ulteriori 30 GW fotovoltaico, che si aggiungeranno agli attuali 20 GW, e 8 GW ulteriori di eolico che si aggiungeranno agli attuali 10 GW.

In un mercato elettrico sempre più a trazione rinnovabile, dunque, si rende necessario l’impiego di sistemi di accumulo che possano rendere più programmabili le fonti rinnovabili intermittenti.

Sistemi di accumulo

* Il target dello Storage Distribuito Elettrochimico è dichiarato in MWh e non in MW ed è pari a 15.000 MWh al 2030

Se le FER riducono l’impatto ambientale perché generano elettricità priva di emissioni di CO2, e riducono i costi della bolletta elettrica attraverso l’autoconsumo, il sistema di accumulo garantisce l’aumento dell’autoconsumo e, di conseguenza, riduce ulteriormente i costi della bolletta elettrica. Si tratta di un autoconsumo efficiente in quanto avviene in tempo reale, cioè contestualmente alle esigenze di fabbisogno elettrico dell’utente. Un sistema di accumulo abbinato a un impianto FER, ha il grosso vantaggio di poter costituire localmente una piccola infrastruttura di rete affidabile, più flessibile e più pronta a gestire nuovi carichi elettrici.

L’elettrificazione della domanda è già oggi realtà. Basta pensare alle pompe di calore elettriche, alle auto elettriche, ai fornelli a induzione, agli elettrodomestici e ai dispositivi digitali (sensoristica, domotica, ecc.) che necessitano di una rete elettrica.

L’aumento della domanda elettrica e l’incremento della generazione distribuita intermittente, richiederanno nella prossima decade la diffusione di sistemi di gestione dell’energia sempre più in tempo reale per garantire la stabilità della rete, cioè il funzionamento in sicurezza e in equilibrio dell’infrastruttura di rete di trasmissione e di distribuzione, al fine di garantire la qualità del servizio elettrico. Il sistema di accumulo consente di stabilizzare la rete grazie alla gestione locale dell’energia.

Il Clean Energy Package europeo propone la revisione delle direttive europee delle fonti rinnovabili e del mercato elettrico, favorendo l’aggregazione della domanda e della generazione distribuita, e le energy community quale via maestra per costruire un sistema di gestione dell’energia digitale e intelligente che stabilizzi la rete localmente e supporti Terna a mantenere in equilibrio la rete di trasmissione attraverso l’offerta di servizi. I sistemi di accumulo per loro natura sono dispositivi predisposti per erogare questi servizi.

La stessa Autorità per l’energia, con la pubblicazione della delibera 300 del 2017, ha dato il via alla sperimentazione delle aggregazioni sia delle unità di consumo, la cosiddetta Demand Side Response (DSR), sia delle unità di generazione elettrica da fonte rinnovabile e dei sistemi di accumulo. Per quanto concerne i SdA si pensi ai progetti pilota UVAM e UPI, e nel prossimo futuro al progetto pilota UVAS.

Gli effetti del bando della Regione Lombardia

Il bando della Regione Lombardia del 2017, che ha istituito un fondo da 4 milioni di euro per erogare un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di un sistema di accumulo a servizio di un impianto fotovoltaico di utenza domestica, ha portato all’installazione di circa 6,5 MWh di capacità di accumulo (sistemi di accumulo da 5 kWh di capacità nominale), che complessivamente:

  • consentono di evitare ogni anno l’immissione in rete di circa 2.000 MWh negli orari in cui la produzione degli impianti fotovoltaici è molto abbondante (quest’accumulo di energia viene utilizzato in autoconsumo negli orari notturni, generando conseguentemente una riduzione dei prezzi della borsa elettrica nelle ore serali);
  • fanno conseguire un risparmio annuo da bolletta elettrica di circa 450.000 euro;
  • possono offrire servizi nel mercato di dispacciamento per la regolazione della frequenza, per le risorse a salire o a scendere, con riduzione dei costi di dispacciamento per il sistema elettrico;
  • per ogni milione di euro del fondo si genera un fatturato pari al quadruplo;
  • i lavori di installazione e di manutenzione danno lavoro a piccole e medie imprese prevalentemente locali con ricadute sul territorio;
  • i benefici derivante dai sistemi di accumulo non si riversano esclusivamente ai beneficiari del bando: il cittadino si fa carico di un investimento dei cui benefici giova il sistema elettrico, e quindi l’intera collettività.

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